Le terre di confine sono spesso sfumate nelle differenze, sopratutto quando lo sviluppo urbanistico è stato dettato da necessità contingenti, senza cura per gli aspetti fondamentali del buon vivere.
Una espansione urbanistica non molto felice quella che segna il territorio urbano fra viale Orazio Flacco nel quartiere Picone e via Giulio Petroni confine del quartiere Carrassi.Però la socialità ha trasformato un luogo non pensato per essere un ambiente ben vivibile in un territorio pulsante ed interessante.
Tutto nasce dalle necessità militari dall'armistizio in poi.
Rileggendo la storia delle "pietre" si scopre che molto del territorio fu occupato per dar case ai militari, mentre il nucleo di nascita di Via Giulio Petroni e di Carrassi è la ex Caserma Rossani costruita nel 1908. A ridosso della Ferrovia e della stazione edificata nel 1904 aveva la ragione nelle necessità logistiche evidenti.
Il territorio ha caratteristiche idrogeologiche trascurate nella storia. Ricordiamo che il quartiere Picone prende il nome dal letto dell'omonimo torrente, agli albori del XX secolo furono costruite abitazioni nel letto del torrente e fu realizzata la ferrovia come ulteriore ostacolo al defluire delle acque.
Le conseguenze furono le alluvioni del 1905 e 1915, prima di quella ancor più disastrosa del 1926.
Il territorio rimase così paludoso, ma c'era la necessità di espandere l'area urbana al di là della ferrovia, infatti la strada che segna i quartieri Picone, Cassassi, San Pasquale è denominata Extramurale Capruzzi.
Quindi nel 1943 si dà l'avvio alla costruzione degli alloggi per militari nel territorio delimitato da via Giulio Petroni, via Gen. Luigi Ricchioni, Via Manfredi Azzarita, partendo dalle baracche innalzate dagli Alleati per ospitare le truppe.
La foto di copertina è di questa area, trasformata poi in edilizia abitativa agevolata.
Come testimoniano le immagini si tratta di uno sviluppo urbanistico di necessità e non di attenzione alla vivibilità.
Il proseguo del quartiere mostra ancora i segni di uno sviluppo non ragionato, fra Via Petrera e Via Giulio Petroni.
Però le immagini non rendono giustizia della vivibilità reale quartiere.
A questo punto occorre considerare anche un altro aspetto fondamentale della rivincita di questo territorio, stavolta dal punto di vista visivo: la presenza di una viva street art nel quartiere.