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giovedì 19 dicembre 2024

Ho visto un re

 A girar per la città vengono strane idee.

Statue equestri, busti, colonne, monumenti in pietra.

Vestigia per mostrar grandezza in Piazza Umberto I


Così vien su, in testa, un'assonanza.

"Ho visto un Re" (Enzo Iannacci).

"Dai dai, conta suAh beh, sì behDai dai, conta suAh beh, sì behDai dai, conta suAh beh, sì behDai dai, conta suAh beh, sì behAh beh, sì beh
Ho visto un reSa l'ha vist cus'e'?Ha visto un re!Ah beh, sì behUn re che piangeva seduto sulla sellaPiangeva tante lacrimeMa tante cheBagnava anche il cavalloPovero reE povero anche il cavalloSì beh, ah beh, sì beh, ah beh
È l'imperatore che gli ha portato viaUn bel castelloOhi che baloss!Di trentadue che lui ce ne haPovero reE povero anche il cavalloSì beh, ah beh, sì beh, ah beh"
Monumento equestre a Re Umberto I, nell'omonima piazza a Bari.

Dice l'iscrizione 
"Meritarmi l'Amore del Popolo Sarà la mia Unica Ambizione".
Non ebbe successo, come dice la storia.
Anche per le dure repressioni di ogni moto popolare e le onorificenze conferite al generale Bava Beccaris per aver preso a cannonate i cittadini che protestavano per le condizioni di vita.
Invece le strade vedono molti incitamenti alle glorie militari.
A memoria delle stragi di innocenti.

E gli immancabili incitamenti al bellicismo.
Ancora illusioni di bellicismo.

Anche la religiosità ha alcuni monumenti che rappresentano una storia.
E continuiamo.
"Ho visto un vesc
Sa l'ha vist cus'e'?Ha visto un vescovoAh beh, sì behAnche lui, luiPiangeva, faceva un gran baccanoMordeva anche una manoLa mano di chi?La mano del sacrestanoPovero vescovoE povero anche il sacristaSì beh, ah beh, sì beh, ah behConta su, dai
È il cardinale che gli ha portato viaUn'abbaziaOh poer cristDi trentadue che lui ce ne haPovero vescovoE povero anche il sacristaSì beh, ah beh, sì beh, ah behConta su"
Quando l'assistenza ai diversabili era solo caritatevole.



Quando la Chiesa cercava di contrastare la presenza delle organizzazioni politiche del socialismo in Bari.

Ho visto un ricSa l'ha vist cus'e'?Ha visto un ricco!Un sciur!Sì, ah beh, sì behAh beh, sì beh
Il tapino lacrimava su un calice di vinoEd ogni go, ed ogni goccia andavaDeren't al vin?Sì, che tutto l'annacquava!Pover tapinE povero anche il vinSì beh, ah beh, sì beh, ah behDai conta su
Il vescovo, il re, l'imperatoreL'han mezzo rovinatoGli han portato viaTre case e un caseggiatoDi trentadue che lui ce ne haPover tapinE povero anche il vinSì beh, ah beh, sì beh
Dai conta suDai, dai conta suAh behDai conta suSì sìDai conta su, dai
Ho vist un villanSa l'ha vist cus'e'?Un contadino!Ah beh, sì behAh beh, sì beh
Il vescovo, il re, il ricco, l'imperatorePerfino il cardinaleL'han mezzo rovinatoGli han portato viaLa casa, il cascinaleLa muccaIl violinoLa scatola di kakiLa radio a transistorI dischi di Little TonyLa moglie
E po', cus'è?Un figlio militareAh beh, sì behGli hanno ammazzato anche il maialePover purscelNel senso del maialeSì beh, ah beh, sì beh
Ma lui no, lui non piangevaAnzi ridacchiavaAh! Ah! Ah!Ma sa l'e', matt?NoIl fatto è che noi villanNoi villan
E sempre allegri bisogna stareChe il nostro piangere fa male al reFa male al ricco e al cardinaleDiventan tristi se noi piangiamE sempre allegri bisogna stareChe il nostro piangere fa male al reFa male al ricco e al cardinaleDiventan tristi se noi piangiamAh beh
E così arriviamo al ricordo più laico, proprio della cultura che si andava ad affermare.

Busto a Mazzini.


Nei pressi la testimonianza popolare verso la storia dei movimenti operai.

E l'omaggio alla scuola simbolo di unità della Nazione.


Armando Perotti, grande esempio di cultura pugliese con un occhio attento alle tradizioni.

Per concludere ricordiamo uno degli episodi più tristi della  storia barese e della voglia di riscatto dopo il ventennio.
Furono trucidati 20 giovani con la speranza di libertà conquistata, i più giovani avevano 13 anni.
Il monumento in Piazza Umberto in giustapposizione alla statua del Re, che aveva fatto della repressione un tratto distintivo del suo regno.
Monumento ai caduti della strage di Via Nicolò dell'Arca del 28 Luglio 1943, per mano fascista.


martedì 10 dicembre 2024

Nostalgia della camera oscura. Bianco e Nero.


Era una magia passare ore ed ore in camera oscura cercando di realizzare un risultato ricorrendo agli effetti possibili, primo fra tutti la solarizzazione.

Gli effetti non erano mai predicibili, si cercava la doppia esposizione un po' fortuita che appagasse gli intenti.

Come questo elaborando un foto in un luogo assai poco battuto in Bari.

Ora sembra tutto più facile, basta un semplice software di post produzione e quella scelta di linee ed illuminazione può scaturire guardando in anticipo il risultato del cambiamento delle curve di traduzione della luce. Prima dello sviluppo e sempre aggiornabile.

Le nuove forme emergono come noi vogliamo, possiamo evocare fantasmi pagani in contrasto con immagini stilizzate sacre, immerse in un mondo di forme e luci diverse dalla normalità, ripropongo l'immagine di copertina.

Immagine colta da un mercato di oggetti antichi, più o meno.

Scheletri di forme in contrasto che scaturiscono nella natura immersa nel contesto urbano.

Forme in pieno centro.
Oppure la "solarizzazione" permette di far emergere scheletri di forme in contrasto dalle costruzioni umane.

Ex orgoglio della SIP-TELECOM, il grattacielo più alto di Bari nel luogo più alto di Bari, attualmente sede provvisoria della Procura.

Forme molto più morbide che danno l'idea del viaggio, del lasciare in una piovosa giornata estiva la città.

Forme che sembrano rappresentare ricordi e riflessioni di distacco.

Forme che sembrano far risaltare l'ignoto che può scaturire dal lavoro, con luci ingombranti grazie all'elaborazione.

Lavoro per trasformare in attuale vuoti storici nel contesto urbano.



Forme di luoghi intimi trasformate.


Contrasti che sorgono da un mondo che sarebbe banale, altrimenti.


Nel contrasto le persone sembrano diventare un elemento estraneo, riportato in un contesto che fa solo da sfondo, quasi fosse su tempi diversi.


Forme austere che, nei contrasti, mostrano tutta la loro eleganza.



L'elaborazione è un po' come cambiare occhi, superare quanto vediamo ad occhio nudo nel mirino (o nello schermo per taluni), per entrare in una realtà diversa costruita da noi.





 


giovedì 5 dicembre 2024

Breve racconto del segreto di alcuni oggetti in mostra - That's all Folks?.

 


La cultura della mostra di oggetti in vendita, brevissimo racconto.

Olè ... OPS, no è Praga, merce esposta in una catena parigina, Pylones.

Nella copertina è mostrata la Torre dei Libri esposta nella Biblioteca comunale di Praga, ad indicare l'infinità della storia della nostra cultura.

Cultura che diventa anche vendita, da sempre. 

Vendita di prestigio col mecenatismo e oggetti in vendita per sfamare gli artisti.

A volte non siamo consci della cultura sottintesa alla composizione di come gli oggetti in vendita vengano mostrati per essere attrarre il compratore.

Non solo grandi catene ma anche negozi locali come questo a Borghetto sul Mincio (Valeggio).

Che non sempre è puramente passivo, a volte chi guarda rielabora il contesto che immagina voglia esprimere la mostra.

Oggetti esposti per mostrarsi antichi diventano uno scarno bianco e nero, che "sa" del passato.


Stesso luogo, immagine colta opposta quando si incastona nel contesto antico qualcosa che vuol essere mostrato come esotico ma contemporaneo, quasi new age.


A volte le immagini proposte sono la globalizzazione di quelle che da noi sono grandi carnevalate come Halloween, ma di certo i più giovani si sentiranno trasportati in quella dimensione di cultura straniera anglosassone anche a Bari.


Esistono stereotipi che governano l'omologazione culturale ma anche stereotipi che non ci aiutano a comprendere come l'evoluzione culturale e sociale sia fortemente influenzata anche dai fenomeni di mercati e non sempre è un male.

Ora torniamo però ad una cultura "universale", sempre nella biblioteca comunale di Praga.




sabato 30 novembre 2024

Bari città elegante, merita il bianco e nero.

 


Non avrà vestigia del passato in grande copia Bari, fino alle 3 Caravelle e lo sbarco di San Nicola era un borgo meno importante di Trani.
La storia più antica occorre cercarla con cura in ipogei e scavi, non certo per opere grandemente monumentali.
È famoso in tutto il mondo il romanico barese ma, malgrado gli interventi dell'architetto Domenico Antonio Vaccaro, abbiamo subito poi una subalternità alle altre grandi capitali del Sud, anche perché la "via della Seta" passava per Venezia e non per Bari.
Il punto di svolta avvenne con la venuta delle truppe napoleoniche, con l'arrivo di Gioacchino Murat che pose le premesse per lo sviluppo del nuovo quartiere che è divenuto il centro dell'anima commerciale di Bari.
Dal 1813 la città ha visto un impulso verso la modernità con una classe mercantile e commerciale che ha scelto l'adesione verso canoni estetici di eleganza, testimoniati anche dalla creazione co fondi privati di contenitori culturali di assoluto rilievo come il Teatro Petruzzelli ed i Teatro Margherita o pubblici come il Teatro Piccinni.
Iniziamo una visita che riporta particolari di queste scelte di eleganza.

Via Argiro angolo Corso Vittorio Emanuele II

L'ecclettismo fa un po' da padrone in Bari ma guardando con più attenzione le forme si scoprono linee elegantissime da "copertina" per questo post.

Particolare del palazzo mostrato prima, occorre uno sguardo attento.

L'anima è il commercio, dicevamo, con palazzi di pregio diverso.

Il moderno, l'antico e l'Art Nouveau del Palazzo della Rinascente (1925 progettato dall'architetto Rampazzini) visti da via Piccinni.

Il Palazzo della Rinascente visto con angolazione più tradizionale.


Le eleganti vetrine del Palazzo Mincuzzi, risposta di imprenditori locali al Palazzo Rinascente. Anche se il Palazzo è forse di forme troppo ricercate, la vetrina è una sintesi di eleganza, sopratutto se scevra dagli articoli dell'odierna multinazionale.

Vetrina all'ingresso di Palazzo Mincuzzi.

Torniamo alle normali abitazioni con strutture che fanno da cornice ai locali commerciali, basta cercarle con lo sguardo verso l'alto.

Particolare di un palazzo in via Argiro in stile Art Nouveau.



Particolare di un palazzo in Corso Vittorio Emanuele II prossimo alla nostra copertina all'angolo con via Melo da Bari.

A Bari è possibile riscontrare tracce di stili diversi sempre eleganti.

Il bianco e nero fa risaltare la pulizia di forme del palazzo in Piazza San Ferdinando, quasi stile Bauhaus.


Il bianco e nero fa risaltare la pulizia di forme del palazzo in Piazza San Ferdinando, quasi stile Bauhaus.


Anche il moderno di grandi architetti che hanno dato carattere alla città ha le sue pulizie ed i suoi slanci.

Architetture diverse in luoghi storici.



Spostandosi appena dal murattiano si va nella sua propaggine di eleganza, l'umbertino.
Anche qui eleganza ed una certa armonia, stili vicini.
Di notte.

Palazzi che si affacciano su Largo Adua.

Ed in piena luce del sole.

Palazzi che si affacciano su Largo Adua.

Ma l'eleganza dell'Umbertino è sublime.

Prospettiva di via Vito Nicola De Nicolò.

Anche il lungomare suggerisce diverse emozioni di immagini simili, dallo stesso luogo.

I celebri lampioni della ditta Corazza rimossi prima della Seconda Guerra Mondiale e reinstallati dopo.




I celebri lampioni della ditta Corazza rimossi prima della Seconda Guerra Mondiale e reinstallati dopo

I celebri lampioni nel contesto urbano, dal Liberty al funzionalismo.


Ho visto un re

  A girar per la città vengono strane idee. Statue equestri, busti, colonne, monumenti in pietra. Vestigia per mostrar grandezza in Piazza U...