venerdì 2 maggio 2025

Noi guardiamo la storia, non la storia noi. Fra Roma e Bari

 


Noi guardiamo la storia, non è la storia che guarda noi.

È retorico affermare che la storia ci guarda, un modo per fare apologia di una visione del mondo.

Mentre dobbiamo imparare dalla storia, senza subire supposti giudizi.

Le colonne dimostrano lo slancio verso l'alto della grandezza del passato, i reperti archeologici mostrano le costruzioni, la cultura, i significati.

Così mostro alcune passeggiate fra Roma e Bari, nelle aree del Teatro Marcello, del Portico di Ottavia adiacenti il ghetto, l'Area Sacra di Torre Argentina e del nucleo più antico di Bari in Piazza San Pietro e dei resti della chiesa del XII secolo.

Iniziamo dall'area del Portico di Ottavia e del Teatro Marcello a Roma.


 














Continuiamo con l'Area di Torre Argentina, con la storia annegata nei tempi moderni.







Immancabile

Facciamo un salto di 400 km ed oltre 1.000 anni, arriviamo al XII secolo a Bari. 
Piazza San Pietro l'insediamento più antico della città su cui fu costruita la Chiesa nell'XII secolo di cui rimangono pochi resti.
Sembrano paesaggi urbani simili ma il tempo mostra, anche nella pavimentazione, il suo essere trascorso.










martedì 15 aprile 2025

Come promesso, ritorno a San Pasquale.


 Se il precedente post ha messo in evidenza le parti quasi in contraddizione fra loro della parte più vicina al centro città del quartiere, qui evidenzierò contrasti ancora più evidenti della parte più a sud.

La copertina ritrae la chiesetta rurale che ha dato il nome al quartiere, testimonianza di una urbanizzazione nata intorno a residenze di campagna storiche e la storia più antica di Bari, che dimostrerò assai colpevolmente dimenticata.

L'invasione dell'antico tessuto rurale è evidente.
Qui su Via della Costituente.






Poi si può proseguire per via Alberotanza, dove i resti bucolici si alternano a degrado e strutture militari grigie.






E veniamo ai "fattacci".
Tornando su via Fanelli si incontrano vecchie nobili dimore in degrado e qualcosa che descriverò subito.

Ora vi invito ad osservare bene questo cancello in degrado, perché dietro c'è una perla di storia trattata con assoluta noncuranza.

Si tratta di un menhir del neolitico, perché qui ci sono gli insediamenti più antichi del territorio di Bari favoriti dall'acqua presente nelle lame.
Ora la vista è occlusa da orribili lamierati.

Tornando si ritrovano i segni di un passato signorile, elegante ed immerso nella natura.
Iniziando dalla chiesetta di San Pasquale fatta erigere dall'Arcivescovo Vaccaro e che dà il nome al quartiere.
Purtroppo pochissimi la conoscono.






Ritorniamo alle contraddizioni date dall'adiacenza della modernità.







Si ritorna al grigio delle caserme e degli opifici.



Tralascio l'irriconoscibile villaggio armeno per giungere dapprima a parti popolari ma con iconografia significativa e poi proseguire dove di nuovo ci sono resti di residenze e parti significative delle aree verdi che hanno resistito, in contrasto con edifici ultra moderni.









Forse è didascalico il fungo presente nel Politecnico, perché in questo le differenze sono nate come funghi.

Si conclude qui la passeggiata fra epoche e luoghi tanto diversi ma assiepati.